
Qualcuno difende Silvia Romano e qualcun altro la offende. Sindrome di Stoccolma o meno, sono felice che ci siano persone pronte a rischiare la vita, pur di prender parte a missioni umanitarie. Ma quando prendono questa decisione e vanno in territori non proprio amichevoli, rischiano tanto e lo sanno. Rischiano di essere rapite, violentate, torturate, uccise. Nessuno costringe queste persone a partire e nessuno deve sentirsi costretto a fare di tutto per farle tornare. Detto ciò, spero che la ragazza si riprenda, in tutti i sensi. Deve solo aver pazienza. I riflettori si spegneranno presto e lei potrà tornare a vivere come meglio crede. Sicuramente non dimenticherà ciò che le è accaduto ma non deve neanche dimenticare quanto è costata la sua liberazione alla Sua Italia, alla Nostra Italia. Un costo, ovviamente, non solo economico, in un periodo storico particolare, dove per rischiare di morire non si deve andare così lontano.
Carmen Vurchio – Capo Verde