“Morto avvelenato Kaos, il cane-eroe del terremoto di Amatrice.”

Povero Kaos. Non ho avuto la fortuna di conoscerlo, ma piango per lui: un cane speciale, uno di quelli che si vedono nei film, che fai fatica a credere esista sul serio, abituato a correre, fiutare, scavare senza stancarsi mai. Cercava dispersi e salvava vite umane, ricevendo in cambio un sorriso, una carezza, oltre a qualche “prelibata” ricompensa. E deve aver pensato all’ennesimo premio per il suo duro lavoro, quando qualcuno gli ha offerto quel boccone, preparato con cura. Non poteva immaginare si trattasse di cibo avvelenato, chissà da chi, chissà per quale assurda ragione. Qualcuno che non gli ha lasciato scampo, che ha voluto segnare la fine dei suoi giorni, che ne ha decretato la morte.
Ho letto tanti commenti sul web, tante frasi pesanti, scritte nei confronti di chi lo ha ucciso. Non posso che condividere ogni singola parola. Spero si possa dare presto un nome a quest’essere spregevole. Un criminale. Un demonio che ha voluto spezzare le ali a un angelo a quattro zampe, passato troppo presto dalla terra al paradiso, e che, come scrive su fb Fabiano Ettorre, (il suo addestratore, il suo padrone, il suo compagno d’avventure e sventure), continuerà il suo lavoro lassù.
“Non provare odio per chi ti ha fatto ciò – scrive Fabiano al suo Kaos – anzi se un domani avrà bisogno aiutalo, sii superiore. E quando ti guarderà negli occhi e vedrà che sei tu il suo salvatore, morirà lentamente da solo”.