Pubblicato in: Il mondo visto da qui

Rom: un problema o una risorsa?

 

Carmen Vurchio (519)
di Carmen Vurchio

 

 

Carla Osella – Presidente Nazionale AIZO (Associazione italiana zingari oggi).

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Carla Osella

 Quanti rom ci sono in Italia?

In Italia vivono circa 180/250 mila rom sia italiani che stranieri. I rom della Jugoslavia sono arrivati numerosi negli anni Settanta. Arrivavano attraversando i boschi, che nessuno era in grado di controllare. Poi durante la guerra dei Balcani arrivarono migliaia di rom fuggiti dal loro paese perché la maggior parte degli uomini non voleva indossare la divisa. In seguito, nel Duemila, con l’apertura della frontiera, sono arrivati migliaia di rom rumeni.

 E dove vivono tutte queste persone?

Nel nostro Paese esistono oltre 300 aree di sosta autorizzate, migliaia di zone non autorizzate dove vivono in modo irregolare, mentre migliaia di rom abitano in appartamenti privati o di edilizia agevolata. Numerosi coloro che hanno abbandonato i campi e comperato piccoli appezzamenti di terreni agricoli, dove vivono con la loro famiglia estesa.

Quanti di loro lavorano onestamente?

Molti di loro sono sprovvisti di documenti perché, anche se nati in Italia, sono “invisibili” nel nostro Paese. Questa motivazione non permette loro di inserirsi nel mondo del lavoro: niente patente, nessuna possibilità d’inserimento nella società, anche se sono in molti a desiderarlo. La disoccupazione è un grossissimo problema, così come l’habitat, la frequenza scolastica e la crisi esistenziale.

Comunque negli anni molti di loro hanno acquistato negozi di abbigliamento, bar, banchi di vendita ai mercati, molti sono stati assunti nelle cooperative di pulizie, dove le donne hanno trovato la possibilità di lavorare in modo dignitoso. Purtroppo tanti vivono di attività illegali e questo deturpa il volto di questa antica popolazione, creando un’antipatia nei loro confronti che si trasforma non solo in intolleranza, ma anche in razzismo.

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Quello che manca nei campi rom è la sicurezza, oltre all’igiene. Non crede?

Ci sono alcune aree di sosta con bellissimi campeggi. Altre sono delle grandi favelas dove le baracche e i topi sono l’ornamento del tutto. Nei campi ci sono gravi pericoli come gli incendi, lo scoppio delle bombole. Nell’ultimo incendio a Torino, in corso Tazzoli, 17 famiglie hanno perso la loro abitazione.

incendio

Quindi il problema va affrontato. Cosa dice l’Europa?

L’Unione Europea ha chiesto di chiudere tutte le baraccopoli, ma occorre essere realisti. E’ impossibile. Occorre prima una seria politica abitativa. Occorre cercare di capire quali siano le necessità di questa popolazione. Un problema che non si può certo risolvere in breve tempo. I rom sperano di restare, anche se sprovvisti di documenti. Sono molte le famiglie che stanno cercando di far ottenere la cittadinanza italiana ai propri figli.

Figli che spesso non vanno a scuola.

Negli anni migliaia di alunni rom hanno frequentato la scuola, anche se solo un piccolo numero sta seguendo le scuola superiore. La scuola, secondo noi di Aizo Onlus, (l’associazione che condivide il cammino con questa popolazione), è il futuro. L’istruzione rafforzerà il senso di appartenenza al loro popolo e permetterà un inserimento nel mondo lavorativo. In molti paesi europei i rom sono medici, professionisti, giornalisti , scrittori, dirigenti e anche militari. Solo la scuola potrà realizzare questo cambiamento.

E allora perché la scuola è così poco frequentata?

Molti non la frequentano perché non credono che serva a permettere loro di cambiare vita. Da anni noi denunciamo che senza progetti specifici per loro, tutta una parte di rom non potrà inserirsi in maniera dignitosa. Oggi i giovani vivono una grave crisi esistenziale, abitano nei campi, hanno gli strumenti tecnici che hanno tutti, ma la tradizione spesso li schiaccia. In molti casi devono accettare un matrimonio da minorenni e una sottomissione a  una tradizione ormai lontana dai loro desideri. Per quanto riguarda i teppisti, purtroppo negli ultimi anni sono nati gruppi di ragazzini che gettano sassi sulle macchine che passano vicino ai campi, le baby gang che fanno furti sulla strada e attaccando in modo particolare gli stranieri nelle grandi città o derubando le persone sulla metropolitana e sui bus.

bimbi

Ragazzi senza futuro?

Forse basterebbe coinvolgerli di più nelle decisioni che li riguardano, progettare iniziative per far conoscere meglio agli altri la loro cultura, perché la conoscenza sminuisce l’intolleranza, che purtroppo porta odio. Sono sicura che se tutto si trasformasse in una cultura della simpatia, tante cose cambierebbero, ovviamente in meglio.

zingari

Il ministro dell’Interno non la pensa proprio così. Ha chiesto “un dossier sui nomadi: gli irregolari andranno espulsi con accordi fra Stati”. Salvini aggiunge che: “I rom italiani purtroppo te li devi tenere a casa”.

Il problema grave non è solo il censimento (a parte che tutti i grandi comuni conoscono la presenza numerica dei rom e sinti sul loro territorio) quanto il voler chiudere i campi sosta, in linea con la direttiva dell’UE che suggerisce la chiusura entro il 2020 senza predisporre nessuna alternativa. Intanto il commissario Ue agli affari economici e monetari Pierre Moscovici dice che non si può fare nessun censimento su base etnica. Lo stesso Di Maio ha dichiarato che i censimenti su base razziale non si possono fare e che controlli per la sicurezza dei campi rom e dei bambini sono cosa diversa. Ma Salvini ribadisce che “non mollerà” e andrà avanti.

Come fargli cambiare idea?

Bisognerebbe spiegargli che i rom possono essere un problema ma anche una risorsa perché “ogni popolo è una ricchezza per l’umanità”.

salvini

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