Ciao Carmen.
Come ti trovi a Capo Verde? Santa Maria è sul mare? E dall’aeroporto a lì ci sono mezzi per arrivare? Io vorrei trasferirmi ma ho paura. Per te è stato facile?
Anonimo
Ciao “Anonimo”.
Le tue domande mi rubano un sorriso, perché mi fanno tornare indietro nel tempo ed esattamente a quando la mia migliore amica Gessica mi ha detto, nel 2010, che voleva che andassimo in vacanza a Cabo Verde. Io non sapevo neanche dove fosse. E poi, volevo andare in Messico. Pensa un po’.
Incuriosita, ho chiesto informazioni alla mia agente di viaggio di fiducia: “Lascia stare Carmen, troppo vento, non fa per te”.
Alla fine, invece, ho ascoltato Gessica e la ringrazierò per sempre, perché mi ha fatto conoscere una terra che mi ha contagiato, fin da subito.

Prima del viaggio a Sal (una delle dieci isole di Cabo Verde), pensavo solo alla carriera. Sono una giornalista, lavoravo in tv. Non facevo che occuparmi di politica, delle mie trasmissioni, dei servizi, delle interviste. Vivevo di televisione, era la mia droga, e non avevo bisogno d’altro.
E’ bastato respirare l’aria di Cabo Verde per capire che stavo sprecando la mia vita, che dovevo fare qualcosa per smetterla di nutrirmi di solo giornalismo. Un lavoro che, a causa dell’avvento del digitale terrestre prima, e della crisi poi, stava diventando un incubo.
Dovevo dire basta, e quello era il momento giusto, prima di essere trasformata dai tempi, sempre più cupi, in “schiava per un posto di lavoro”. Dovevo trovare il coraggio di fare la valigia, partire e ricominciare. Dovevo chiudere le porte al consumismo e all’arrivismo, per aprirle a quel vento che tanto spaventava la mia agente di viaggio e che invece è stato per me liberatorio.
E così sono partita, biglietto di sola andata: era il 2 ottobre 2011.
Il passaggio dalla vita in Italia a quella a Cabo Verde non è stato facile. Io che ero sempre “sulla notizia”, mi sono ritrovata senza un’edicola, una libreria. Senza i miei canali televisivi preferiti. Per fortuna avevo internet, anche se lento e costoso (internet illimitato costa 65 euro al mese).
La prima cosa che ho dovuto fare, è stato studiare il territorio, la gente, la cultura locale.
E’ per questo che mi è venuto in mente di racchiudere le mie impressioni in un libro, che alla fine si è trasformato nel racconto di una storia vera: la mia. Ho descritto come vedevo ciò che mi circondava, cosa mi succedeva, cosa pensavo, cosa provavo. Ho impiegato due anni a scrivere “Fuga dall’Italia”, libro che si legge in due ore…
Dopo la pubblicazione, mi sono tuffata in una nuova avventura, del tutto diversa da quelle precedenti: ho gestito una lavanderia self-service, la prima e l’unica dell’isola. Io che non avevo mai caricato una lavatrice in vita mia. Ma quando cambi radicalmente vita, devi anche essere pronta a reinventarti ed io posso dire di aver fatto anche questo.
Adesso collaboro con un quotidiano on-line, Alganews, e seguo il mio blog, che ho creato a gennaio di quest’anno. Il lavoro, da sei anni a questa parte, non occupa più le mie giornate, e tutto ciò è stupendo.
La priorità, da queste parti, è la qualità della vita.
Il luogo ti aiuta: è semplice, c’è poca burocrazia, le tasse sono basse, nessuno ti soffoca. Nessuno guarda come ti vesti: costume, canotta, pantaloncino, infradito, e via andare. I capelli li pettina il vento. Il trucco non è necessario, tanto è l’abbronzatura perenne a fare la differenza.
E poi, qui ci si sente liberi di poter sbagliare, senza rischiare di pagarne le conseguenze per sempre, come invece avviene da noi.
Io non posso che ringraziare Cabo Verde, perché mi ha dato tanto: mi ha dato l’amore del mio uomo, Max, bresciano di 45 anni che vive qui da vent’anni; l’amore del suo bambino, che ha dieci anni e vive con noi da quando ne aveva otto, dopo la prematura scomparsa della sua mamma. E l’amore dei miei due cani. Mi ha permesso di fare pace con la mia professione, che finalmente posso esercitare senza pressioni. Mi ha fatto capire quanto è bello vivere di poco. Il valore del denaro. Il valore del tempo. Certo, per farlo, ho dovuto seguire il mio percorso, senza arrendermi di fronte alle difficoltà, che non sono mancate. Ma ce l’ho fatta.
Il mio percorso è diverso da quello che farai tu, caro “Anonimo” ma, ne sono sicura, il risultato sarà lo stesso. Anche tu troverai il tuo No Stress.
Non ti resta che preparare la valigia, Cabo Verde ti aspetta.
In bocca al lupo,
Carmen Vurchio